La Delazione ๐ŸŒ

Spesso riscontro una concettualita’ contraddittoria: riguarda la figura della “spia”, intesa nel senso stretto della delazione e del delatore (non nel senso fazioso della lotta politica, o nel senso mercenario, dove la spia ha lo specifico e retribuito incarico di “spiare e riferire”).

Spesso mi soffermo sulle parole, per evitare la babele del linguaggio di Potere ~ Oggi la parola e’ “delazione”. 

Ho cercato di approfondire e di dare un significato reale, non ideologico o dottrinale, all’ azione delatoria che sembra, e non a caso affermo “sembra”, configurare qualcosa di nefando, pur essendo prevista dal diritto penale come atto di denuncia.

Generalmente, colui (bambino, adolescente, adulto) che, “fa la spia”, e’ additato come traditore.                               

Ma traditore di chi, di cosa? Non certo traditore della Verita’, la quale esige, per sua natura spirituale e nobile, di essere detta, di essere indicata, di essere portata alla luce dalla persona che la conosce. 

E qui sorge il DISTINGUO tra il fine PURO della delazione che intende tenere fede a valori e verita’, e il fine SPURIO, servile, o vendicativo, della delazione strumentale non alla verita’ ma al vantaggio di parte ~ Due mondi, dei quali il PRIMO e’ un mondo pulito, il SECONDO e’ un mondo sporco.

Le parole spesso diventano equivoche sulla base di induzioni sottoculturali del Potere: e’ una antica strategia comunicativa per generare deviazioni di significati e quindi di opinione collettiva a favore degli intrighi ~ Il delatore puro e' scomodo ai Poteri che, viceversa, “comprano” ed utilizzano il delatore infame.          

La delazione QUI considerata, e’ principalmente quella che appartiene al Primo mondo, dove, di fronte al Male, si supera, In nome della Verita’ e con dolore, anche il legame di sangue,  (mi viene in mente il premiato film di Visconti  “Rocco e i suoi fratelli”,  dove la madre vorrebbe coprire il figlio assassino,  ma uno dei fratelli, il piu’ integro, sente il dovere di  denunciare).      

A parte alcune ECCEZIONI possibili dove il mostrare la Verita’ puo’ rappresentare l’intrudere inopportuno nel sacro privato, io credo che chi tace di fronte a fatti negativi o illegittimi ai quali assiste, fatti reali e deleteri, a partire dal bullismo fino ai traffici illeciti o agli inganni appurati,  NON  e’ una spia,  NON e’ un delatore-traditore  nel significato detrattivo “culturalmente” assegnato,  MA piuttosto e’ un costruttivo bonificatore, leale e coerente di fronte a se stesso, ai valori da custodire, e al contesto in cui vive (famiglia, scuola, lavoro, societa’).  

Allora mi chiedo: perche’ la figura del delatore e’ cosi deprecata? Il motivo e’, forse, pseudoculturale: i Potenti necessitano da sempre dei delatori corrotti e ne comprano le informazioni.

La delazione per scopi di profitto, la delazione ruffiana e servile,e’ certamente deprecabile.        

Comprendo anche  l’aspetto sgradevole della delazione, che puo’ confliggere con accordi o affetti, ma, a parte le eccezioni citate, che fanno capo al privato della persona e  che non incidono quindi sul bene comune e sui valori da custodire, la delazione pura, quella del Mondo Pulito, non conseguente a mercimonio, e’ un dovere.    

E’ un atto coraggioso di verita’, utile al circostante e al mondo ~ Un atto che e’ stato demonizzato proprio dai Poteri, ai quali il delatore puro, come cercatore di verita’, NON giova di certo ~ I Poteri si servono dei delatori immondi di cui richiedono la sporca delazione e ne insabbiano il percorso. 

Di fronte ad ogni mala realta’, il tempismo e’ importante, e’ preferibile l’azione decisa del Drago al lento ruminare del pio bove. ® ๐ŸŒ      

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