L’uomo da Titano a Poppante ๐ŸŒ

La storia dell’uomo sulla Terra e’ una storia di lento decadimento e di regressione.

E’ sufficiente studiare il percorso antropologico riguardo l’espressione del potenziale umano, per comprendere la mostruosita’ di quanto accaduto, nei secoli, nei millenni, nelle ere, all’essere umano.

“Lanciato” sul Pianeta, e’ riuscito a superare inizialmente ostacoli sconosciuti, agguati mortali ~ Tempestivo, attento, titanico e profondamente vigile, riusci’ a produrre sulla Terra uno spazio in cui sopravvivere e vivere.              

Nello sviluppo della sua supremazia sulle realta’ difficili, ha iniziato a scoprire modalita’ deviate di affrontare la vita, ha iniziato a cercare soluzioni meno faticose, attraverso l’uso dell’astuzia prima e dell’inganno poi.

In questa sorta di trasformazione, (gravata dagli attacchi chimici e biologici perpetrati dai Potenti coevi), trasformazione, direi genetica, delle sue capacita’ intellettive e volitive, l’essere umano e’ divenuto discepolo, e servo, (volontario o adescato), del Male.

L’azione piu’ nefasta del Male CONSISTE nell’offrire all’uomo, riguardo ogni problema, strade comode per risolvere, strade il cui prezzo di pedaggio e’ la rovinosa perdita, momentanea o definitiva, dell’orientamento etico.  

Nel tempo si sono palesate le diverse genie umane, alcune sane e indenni, altre fallate ~ L’umanita’ attuale e’ variegata, e dispersa.      

Ad oggi l’essere umano, obnubilato, deviato, distratto, o pervenuto a scaltre strategie di manipolazione, di sfruttamento, e’ divenuto al tempo stesso sia Padrone malvagio, sia Infante malnato, con atrofie di sentimento, di sensibilita’, di visione mentale, con carenze fondamentali nella capacita’ di progettare in modo cautelativo e costruttivo, con carenze piu’ o meno evidenti nella capacita’ di pensiero. 

Ad oggi l’essere umano, mantricamente immerso nelle onde sanguigne del mero sentire, risulta trasformato in avido squalo predatore o innocuo pesciolino alla merce’.  

L’essere umano, regredito a viziato infante prepotente, regredito a poppante dipendente dal ciuccio,  vuole PRIMARIAMENTE il CIUCCIO, il sedante o lussurioso, confortevole ciuccio.     

Non sa avanzare, progredire, non sa commisurare, valutare, brancola cercando il ciuccio, lo cerca compulsivamente ovunque,  anche nel pattume,  come consolazione irrinunciabile,  lo cerca al di lร  della realta’ fattibile, in uno spazio indefinito  destinato a collassare per mancanza di nutrimento radicale.

Oggi il poppante e’ contento di ciucci moderni, di strumenti di gioco e di comando senza costrutto, di intelligenze artificiali che lo sollazzano, e, preso da compulsiva voracita’ di ciucciare, si dimena scomposto, e poi si addormenta, con ciuccio o senza ciuccio, in un sonno letale.   

A ben osservare, concretizzando la metafora dell’infante  e del ciuccio, si nota l’indiscutibile degrado comportamentale, intellettivo, etico, dell’uomo odierno, robotizzato, e ostaggio del gioco Planetario di cui non conosce lo scopo occulto e crudele, e su cui non si pone alcuna domanda. 

Egli, ipnotizzato, spento, beota senza saperlo, predato o predatore, e’ ormai ostaggio delle proprie povere, o allucinate, aspettative, e dei suoi giocattoli mortiferi.

Tranne pochi esseri umani ancora meravigliosamente accesi e vigili ® ๐ŸŒ

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