Il Peso d’Amore di A. Ginsberg ๐ŸŒ


 “Quale sfinge di metallo e di cemento ha spaccato loro  il cranio e divorato cervelli e immaginazione? Malvagita’! Solitudine! Suicidio! Bruttezza! Pattume e Denaro! Bambini che urlano sotto le scale! Ragazzi che singhiozzano negli eserciti! Vecchi che piangono nei parchi!” ~ ALLEN GINSBERG (1926-1997).

Il poeta e scrittore statunitense volle dissociarsi dalla cultura americana avida, capitalista, dedita al profitto e al consumo, due estremi di un cappio che strangola l’essere umano e ne fa un mostro ributtante costituito da bocca, ventre, e tasche.

Cerco’ sollievo nella filosofia buddista, allontanandosi dalla ferocia agnellata del Cristianesimo.

Intellettuale di ampio respiro, soffri’ la grettezza ipocrita di gran parte del circostante.

Scrisse testi e poesie di notevole interesse e particolare suggestione.

Riconobbe con profondo dolore e sdegno insostenibile, il malvagio gravame del Potere, ogni Potere, sull’uomo, ed intui’ il progressivo degrado umano e sociale.

Vide lontano, vide l’abisso, ma fu lasciato solo. 

L’encomio, si sa, e’ elargito dai Potenti agli intellettuali ruffiani, ed a coloro che si piegano  con inchino d’abiura. 

La sua biografia e’ il racconto di una intensa e sofferta ricerca spirituale fuori dagli schemi di dominio delle religioni imperanti.

Scrisse: “Il peso del mondo e’ amore, e non c’e’ sonno senza sogni d’amore”.

Questo poiche’ la ferita originaria dell’uomo e’ insanabile, e, tra le ali spiegate e battenti dei pensieri con cui potersi sollevare dal luogo del castigo terreno, l’uomo e’ attratto e confortato dal “peso d’amore”, reale o illusorio, con cui atterra in un limbo caldo e miraggiante, un luogo instabile ma accogliente ® ๐ŸŒ

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