L’aborto atto ablativo ๐Ÿ˜ฎ๐Ÿ˜ณ

 


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๐Ÿงธ Riguardo l’Aborto, aggiungo, e ribadisco a seguito dell’articolo precedente, alcune personali considerazioni, sicuramente scomode  a gran parte del pensiero corrente, ma, per me, indispensabili da esporre. 

๐Ÿงธ๐Ÿงธ๐Ÿงธ PREMETTO che la statuizione del diritto di aborto mi trova assolutamente d’accordo, come tutto cio’ che viene reso chiaro e libero, e PREMETTO che l’aborto in alcuni casi costituisce una soluzione giusta.

๐Ÿงธ๐Ÿงธ๐Ÿงธ MA, personalmente, RITENGO che, AD OGGI, con le molte e varie possibilitร ’ di prevenzione della gravidanza, l’aborto sia, in ambito etico, un atto inaccettabile, un debito esistenziale, di portata ignota. 

๐Ÿงธ๐Ÿงธ๐Ÿงธ๐Ÿงธ๐Ÿงธ L’evento della piccola vita chiamata nel piacere dell’atto  sessuale, e poi rifiutata, si colloca nell’ ambivalenza maligna, nella inquietante dimensione contraddittoria, e resta un sospeso spirituale di valenza inconoscibile.  

๐Ÿ˜Ž Diego Fusaro, filosofo contemporaneo, in un suo discorso ricorda il pensiero di Pier Paolo Pasolini, il quale ebbe a dire che “l'aborto, una volta legalizzato, sarebbe divenuto una pratica dei ceti borghesi, per sbarazzarsi del risultato del godimento spensierato e acefalo” ~ Ad oggi la pratica abortiva risulta trasversale, come anche il godimento acefalo.

๐Ÿงธ๐Ÿงธ๐Ÿงธ Desidero precisare che, personalmente, a differenza di Diego Fusaro, ritengo che l’aborto, collocato dal filosofo in una regolamentazione piuttosto severa, debba costituire invece una SCELTA personale non condizionata, bensi’ COGNITA, poiche’ la consapevolezza deve bastare, ed ove non basti inutile ostacolare ~ Certe scelte fanno parte della persona, della sua coscienza. 

๐ŸŽ€ La vita e’ un mistero sovrumano, per tale ragione rappresenta una sacralita’ che deve essere riconosciuta e suscitare attenzione e rispetto. 

๐Ÿ˜ฎ๐Ÿ˜ฎ๐Ÿ˜ฎ Madre Teresa di Calcutta, asserรฌ’:  ~ “Se si stabilisce che una madre possa uccidere il proprio figlio, che cosa impedira’ che io uccida te e tu uccida me?” ~  

๐Ÿ”ฅ๐Ÿ”ฅ๐Ÿ”ฅ Ma dal momento che esiste il Libero Arbitrio, e che da Esso deriva la Liberta’ di scelta, nessuno puo’ impedire l’azione che la persona intende compiere, se non la persona stessa.

 ๐Ÿ˜Ž๐Ÿ˜Ž๐Ÿ˜Ž Ogni donna dunque puo’ decidere, e decide.

๐Ÿ˜Ž A motivo di cio’ e’ stato assolutamente OPPORTUNO, a tutela della salute femminile, liberalizzare e legalizzare l’aborto ~ Dopo decenni di pressione contraria dei Poteri tra cui in primis il Potere Ecclesiale. 

๐Ÿ“•๐Ÿ“™๐Ÿ“• E’ utile qui precisare, seppure in modo sommario, la differenza tra Libertร  ’ e Libero Arbitrio:  la prima, (Liberta’), e’ inquadrata nel contesto sociale e morale, e presenta aspetti misurabili e pratici, mentre il secondo, (Libero Arbitrio), e’ potenzialmente incalcolabile e assoluto ~ Nel linguaggio comune si sovrappongono spesso come sinonimie concettuali ~ Sull’argomento esistono interessantissime dissertazioni di pensatori eccellenti (Giordano Bruno, Cartesio, Spinoza, Erasmo da Rotterdam, per citarne alcuni).

๐Ÿ˜ณ๐Ÿ˜ณ๐Ÿ˜ณ Tanto premesso, auspico la comprensione chiara del ponderoso e delicato tema dell’ABORTO, che, seppure un diritto personale, resta un atto violento ablativo della vita, e che non e’ paragonabile ad una appendicectomia. 

๐ŸŽ€๐Ÿงธ Mentre Incoronata Boccia, vicedirettrice del Tg 1, ha dichiarato: “L’aborto e’ un delitto, non un diritto”, IO, in considerazione della liberta’ personale, valore indiscutibile, e inalienabile in quanto Attribuzione Superiore, (Libero Arbitrio), RITENGO che l’aborto SIA comunque un diritto.

๐ŸŽ€๐Ÿงธ RITENGO al TEMPO STESSO che l’aborto SIA un delitto, poiche’  interviene sulla prosecuzione di un processo vitale irreversibile, interrompendolo con l’ablazione ~ Tale peculiare delitto non configura un reato, e non riguarda la limitata giustizia umana, grigiamente tribunalizia, ma piuttosto riguarda la Giustizia Universale, le cui Leggi sconosciute imperversano l’essere umano attraverso la voce della coscienza, che, ascoltata o tacitata, mostra sempre la Via.

๐Ÿ˜ฎ Trattasi di delitto RETRIVO, poiche’ sancisce la rudimentale supremazia del piu’ forte sul piu’ debole.

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