Ormai eā nota al mondo la contaminazione artata di molti libri cosiddetti sacri.
Essi, come eā rilevato dagli studiosi, (e dai lettori pensanti) contengono, commiste ad alcune folgoranti veritaā, molte inserzioni di elementi spuri, atti a creare dottrine opportune per lāaggregazione delle masse.
Inoltre, le veritaā, che costituiscono una sorta di luminoso ed attendibile richiamo alla lettura, (e di avallo dei contenuti), sono espresse in modo ermetico e sibillino o parziale (per una serie di ragioni).
La Bibbia eā uno dei vari ālibri sacriā.
I biblisti, non quelli che ricevono commissioni ecclesiali, ma quelli di libera competenza, hanno molto da scoprire e molto hanno scoperto, dietro le espressioni oscure o, al contrario, elementari, della Bibbia.
Premesso che, personalmente, non amo le dottrine neā le ideologie, e che, nel rispetto di tutti, prediligo il valore dellāidea, ovvero del libero pensiero, il succitato libro sacro non mi convince, anche se contiene riporti di indiscussa incidenza.
Nella lettura della Bibbia, e dei Vangeli canonici, ciascuno elabora una propria opinione, (spesso si accontenta di credere, forse poicheā credere eā una posizione psicologica di gratificante pace, di comoda conformitaā).
Ma le incongruenze del racconto biblico sono molte, spesso grossolane, e non eā possibile ignorarle se non per passiva dottrina ~ Alcune inconguenze, abnormi, sono state inserite strategicamente nei āMisteri della Fedeā.
Il racconto biblico inizia con la nota frase: āIn Principio era il Verboā ~ Frase lapidaria, sul cui ipotizzabile significato vorrei soffermarmi ~ La frase sembra indicare una situazione incontrovertibile.
La disamina della frase mi induce ad attribuire ad essa, per mio pensiero, una valenza di Veritaā concepibile ~ Infatti, considerato che il āverboā, come noto, identifica, grammaticalmente, unā azione ed AL TEMPO STESSO, identifica la parola, si puoā dedurre che allāinizio dei tempi, nellā Interezza originaria del Bene, Parola e Azione erano unāUNICA entitaā creativa.
La Parola, intesa come suono espressivo dellāintento, era contestuale allāazione, ovvero era Azione.
Quando lāInterezza, per motivi sconosciuti e inaccessibili, fu spezzata, si produsse, nellāesistere umano, una CREPA tra Parola e Azione, si produsse una distanza tra i due fattori, che, divenuti sempre piuā lontani, non si riconoscono, e risultano spesso in triste contraddizione.
Lāinganno, il Male, nasce in quella crepa, opera nellāoscuritaā di essa, dove la Forza malefica sfrutta la DIVARICAZIONE tra āil dire e il fareā, (come recita un efficace motto popolare), per apportare interferenze, indurre tentazioni e deviare la volontaā.
Allora la Forza coscienziale dellāuomo eā dirimente, poicheā senza di essa lāuomo eā strumento del Male.
La realizzazione delle parole proferite, diventa allora, una chimera, e la CHIMERA, mostro mitologico, eā una bruttezza senza univocitaā di forma, vorace e illusoria Ā® š