Problema vs Obiettivo ๐ŸŒ

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La vita e’ una partita, e’ un gioco delle parti, nel quale l’uomo gioca su tutti i livelli di realta’, materiale, mentale, spirituale, e persino sul livello fluido e sfuggente della propria psiche ~ L’essere umano gioca la sua partita per vincere.

In questo gioco continuo e multiforme, l’uomo si trova di fronte a miriadi di problemi e conflitti, piccoli e grandi, ed a miriadi di occasioni per risolvere (tra di esse esiste sempre l’occasione "risolutiva" offerta dal Male, alacre propositore di soluzioni facili, attraenti, e devianti).    

Trattasi pertanto di scegliere priorita’ e modus, e questo tipo di scelta costituisce la differenza di valore, sia umano che etico, tra uomo e uomo.

Non cito l’ignavo, poiche’, per sua natura e posizione, e’ totalmente estraneo al gioco della vita, e’ ininfluente, passivo, quando non addirittura parassita.

Gia’ secoli avanti Cristo, ERACLITO asseriva che “Il conflitto e’ padre di tutte le cose”, (cosi come il fuoco nacque dall’urto tra due pietre).

Studiosi di qualsiasi scibile umanistico e scientifico, convergono su un concetto basico: la FELICITA’ deriva dall’energia della battaglia per la vittoria, ancor piu’ che dalla vittoria stessa, ovvero deriva dal personale convinto impegno per la soluzione di un problema che si frapponga all’obiettivo.    

E l’ INFELICITA’ deriva, paradossalmente, dalla mancanza di un problema da risolvere, (mancanza che  puo’ azzerare l’energia e produrre demotivazione), oltre che dalla mancanza di uno scopo esistenziale e di obiettivi.

Scopo e problema, obiettivo e ostacolo, costituiscono, sulla Terra, le due facce di una stessa medaglia, come Bene e Male.          

~ “La vita consta di una serie di problemi da risolvere, e bisogna saperlo” ~  M.SCOTT PECK, psichiatra e scrittore inglese.        

L’uomo vive pienamente quando, scelto l’obiettivo, e di fronte agli inevitavili ostacoli, agli inevitabili  contrattempi, avverte e libera l’istanza di superare e risolvere, e si attiva: progetta, e agisce, perseverando.    

Senza obiettivo individuale e senza difficolta’ connessa, senza la personale azione autoaffermativa, ogni uomo soffre, (spesso inconsapevolmente), ristagna nella sua palude, si intristisce, e nel tempo si adatta, come in un processo darwininiano indegno della peculiare essenza umana.           

Nella partita esistenziale, come nell’arte, nel lavoro, nello studio, l’uomo si esprime, crea, e, nel creare, si realizza, e segna ogni volta, attraverso l’azione, un punto memorabile sulla traccia del suo esistere, costruisce la strada del percorso individuale, e prezioso, che comincia da un mistero in direzione di un mistero.                  

”L’uomo non e’ un dato gettato”, disse il Cristo. 

La vita dell’uomo e’ personale, problemi e scopi sono personali, ma l’uomo ad oggi ha delegato tutto di se’, e si affaccia sulla realta’, svuotato e confuso.     

~ ”Le persone hanno delegato le loro anime ai preti, la salute ai medici, il denaro ai banchieri, i progetti alle mode, e cosรฌ hanno smesso di controllare e dirigere la propria vita” ~ RAYMON GRACE, studioso e scrittore americano contemporaneo.  

L’uomo nasce per uno scopo individuale, (che non va inteso come semplicemente autoriferito, ma come dedicato) e nasce potenzialmente attivo, causativo, creativo.     

L’uomo e’ un essere straordinario e misterioso, un microcosmo di inaudite nascite e rinascite, biologiche, esistenziali, spirituali.

Ad un irradiante vivere era destinato l’uomo, guerriero nel mondo e sovrano di se’.

Invece nel tempo l’uomo, contaminato e deviato, debole, piegato, si affaccia confuso sulla realta’, ed e’ divenuto troppo spesso, senza neppure accorgersene, il “dado gettato” dei Potenti ~ Peccato!  ® ๐ŸŒ

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