Straordinaria capacita’ di analisi del filosofo Gunther Anders, (qui letto da Enrico Montesano), che mette a fuoco le strategie occulte di potere sulle masse.
Il filosofo tedesco, (1902-1992), figlio dell’illustre psicologo Whilem Stern, assunse il nome d’arte Anders che significa, nella sua lingua, “qualcosa di diverso”.
E tale scelta indica l’impagabile valenza di liberta’ di pensiero.
Certamente la sua visione di liberazione dei popoli dalla violenza e dalla prevaricazione non risulto’ popolare, poiche’ sminuiva la valenza del pacifismo, ma nondimeno risulto’ di folgorante realismo: il filosofo riteneva che l’inazione fosse il male maggiore, e che il pacifismo non producesse vittoria, e che occorresse piuttosto l’azione locale di tempestiva difesa.
Asseriva: “La rinuncia ad agire e’ un metodo insufficiente e inefficace”.
Guardava al tempo stesso con sgomento agli eccessi dell’imperialismo, da parte dei Potenti, dove l’ aggressione e la difesa non hanno piu’ limiti.
E’ stato uno dei maggiori pensatori contemporanei, quello che, forse con piu’ rigore e lungimiranza, ha valutato la condizione dell’umanita’ nell’epoca degli armamenti di distruzione di massa e di lotta di potere estremizzata fino ai genocidi.
Fu cofondatore del Movimento Antinucleare.
Ebbe una particolare e interessante corrispondenza con il pilota che sgancio’ la bomba su Hiroshima, e con il figlio di Adolf Eichmann, il criminale di guerra. ~ Intervenne, come giurato, in tribunale, per rendere pubbliche le atrocita’ commesse in Vietnam.
Fu un attento e attivo partecipe del suo tempo.
Ha scritto testi poco divulgati dal contenuto profondamente umano.