Mistificazione semantica ๐ŸŒ ๐Ÿ™ƒ ๐Ÿ˜œ


La MISTIFICAZIONE SEMANTICA,  (Mistificazione del Linguaggio), che avviene, ad opera dei Potentati e della Politica, per conformare e pilotare le masse, e' una STRATEGIA DI POTERE studiata da eccellenti pensatori di ogni tempo.

Tra di essi, lo studio di George Orwell, osservatore molto attento, risulta egregiamente scandagliato.

Orwell e' stato un filosofo di libero pensiero, e, riguardo le strategie del Potere, ha asserito dettagliatamente quanto necessario asserire ~ Mori' a soli 47 anni in circostanze non del tutto chiare.

๐Ÿ˜Ž La parola qui in esame, attualmente molto ricorrente, nel linguaggio mediatico e non, e' "RESILIENZA".

Il suo significato  ha contaminato quello della parola PAZIENZA, fino a SOVRAPPORSI ad essa.

Come per altri elementi del “Linguaggio Mediatico e Sottoculturale", e soprattutto come per altri vocaboli di comunicazione, un disvalore improprio e deviato (resilienza), si e' sostituito ad un valore autentico e costruttivo (pazienza).

๐Ÿ˜ฑ๐Ÿ˜ฑ๐Ÿ˜ฑ Lo scopo di tale contaminazione e' quello di addestrare la gente a SOPPORTAZIONI INACCETTABILI in nome di una virtu' FASULLA .

Infatti la "resilienza" NON e' sinonimo dell'autentica virtu': la "pazienza", della quale peraltro gia’ Socrate, illo tempore, coglieva il limite (~ “Esiste il limite  oltre il quale anche la pazienza CESSA di essere una virtu’“ ~) ~ Per occultare questo limite e' stato introdotto il termine "resilienza" a sostituire appunto il termine "pazienza". 

๐Ÿ“•๐Ÿ“™๐Ÿ“• Va notato che mentre l'uomo pensante puo' misurare, e valutare, la giusta durata della "pazienza", in quanto attributo prettamente umano, non puo' invece misurare su di se' la "resilienza", che, non essendo attributo umano (e' la caratteristica di alcuni materiali), non e' misurabile in relazione all'uomo.

๐Ÿ˜Ž A motivo di cio'  "resilienza" e' un vocabolo truffaldino, usato e divulgato dai Potenti per indurre accettazione passiva.  

I Potenti temono soprattutto la Rivolta.

E'  fondamentale non devitalizzare le giuste aspettative e non cadere nella dormienza di pensiero, status mentale assai tristanzuolo, foriero di nocumento certo.

๐Ÿ˜œ Anche nelle virtu' autentiche esiste un limite oltre il quale si genera il danno ~ Barbara Alberti,  arguta scrittrice contemporanea, ha pubblicamente asserito:  “Attenzione ad essere troppo buoni, tra la bonta’, (intesa come eccessiva disponibilita'), e la dabbenaggine , il limite e’ minimo”.

 ๐Ÿ˜ฎ Ad oggi, dai governanti giunge spesso l’esortazione alla cosidetta “resilienza”, un termine inserito nel linguaggio mediatico, e  divenuto ridondante e modaiolo. 

๐Ÿ˜ฎ Se la giusta Pazienza  si puo' definire virtu' umana vivificante nei momenti difficili, la Resilienza, (che vuole sostituirne il senso), e' una modalita' inerte, e mortifera.

๐Ÿ˜Ž Sul tema della "resilienza"  il giovane filosofo Diego Fusaro, osservatore attento, mente accesa, pensatore raffinato e libero, ha scritto un saggio molto interessante.

๐Ÿ˜Ž Diego Fusaro definisce la "RESILIENZA" come "VIRTU' DEI SERVI DOCILI", e individua, nel mondo sempre piu' alienante della produzione capitalistica, la "REIFICAZIONE" dell'essere umano, ridotto di fatto, dalle classi dominanti, a "COSA", a strumento fruibile, a servo.

๐Ÿ˜Ž Il concetto di "resilienza", attribuibile correttamente solo ad alcuni materiali, non e' idoneo all'essere umano, e' funzionale a manipolare il pensiero, e tale subdolo intento e' rinforzato dall'untuoso encomio mediatico della sopportazione.  

๐Ÿ˜Ž Il  termine “resilienza”,  presentato come espressione di merito, e’ entrato persino in diversi manuali di psicologia divulgativa, e si aggiunge al vocabolario babelico e mistificante adottato sempre piu’ spesso dai Potentati, che brigano costantemente per pilotare le masse in direzione dei Loro oscuri obiettivi.

In realta’,  la “resilienza”, che nella sua accezione primaria, e’ la peculiarita’ dei materiali molto robusti, NON e’ attribuibile tout court alla dimensione  umana, connotata da vive possibilita’ performanti e da istanze spirituali.

๐Ÿ˜ณ La "resilienza",  intesa secondo l’attuale ricorrente esortazione, e’ proposta come meritoria e utile, MA cela l'intento di induzione manipolativa:   il risultato della "resilienza" si puo’ identificare, in ambito umano sia personale che sociale, con la PRONAZIONE inerte, inoperosa, non progettuale. 

๐Ÿ˜Ž Il termine “resilienza”,  entrato subdolamente nel linguaggio comune, costituisce SIA una forzatura linguistica, avendo sostituito termini piu’ congrui in relazione all’essere umano (giusta pazienza, giusta tolleranza), e SIA una spuria inserzione concettuale antropologica, inserzione artata, avendo questo termine sostituito il termine piu' costruttivo, direi piu' "VIVO",  di “resistenza” (posizione necessaria ed opportuna di fronte agli ostacoli, ovvero posizione non semplicemente passiva, ma fervida).

๐Ÿ“œ๐Ÿ“œ๐Ÿ“œ La disquisizione sui contenuti autentici delle parole puo' apparire certosina, ma NON lo e', poiche' presenta un antico aspetto strategico del linguaggio funzionale al potere.

Nella comunicazione mediatica, la parola ”Resilienza” ha sostituito impropriamente la parola “Resistenza”,  e NASCONDE l’induzione, sussiegosa ed ipocrita, dell' “OBBEDIENZA”.

๐Ÿ“•๐Ÿ“™๐Ÿ“• "Resilienza" infatti, cosi' come non e' sinonimo di "Pazienza" NON e' neppure sinonimo di "Resistenza" (forza d'animo), poiche', significando un mero attributo della MATERIA, DISCONOSCE, e pertanto IGNORA, la PARTECIPAZIONE ANIMICA e SPIRITUALE,  e pone l’uomo sullo stesso piano dell’oggetto infrangibile, lo relega in una posizione inerte, comoda ai Potentati.

Mi viene in mente la celebrata Resistenza Partigiana, che risulta essere stata molto forte ed operativa:  e se invece i partigiani  si fossero limitati alla "resilienza"?  Il risultato sarebbe stato certamente molto diverso.

๐Ÿ“™๐Ÿ“•๐Ÿ“™ La “resilienza" e’ la  "PRONAZIONE SOTTO il PESO", mentre la "resistenza" e’ la  "CONSAPEVOLE PIANIFICAZIONE" ~ Due mondi.

๐Ÿ˜Ž Pronazione e adattamento hanno sostituito il pregio di  aspettative e progetti ~ Trattasi di sottili mistificazioni del linguaggio divulgativo, mistificazioni che investono ogni ambito culturale e sottoculturale, e conformano le masse.

Socrate  identificava nella sopportazione, ove eccessiva ed incongrua, un atteggiamento viziato non confacente all’essere umano, il quale non dovrebbe ridursi a “schiena da soma”, ma operare incessantemente le possibili bonifiche sulla strada della rinascita. 

๐Ÿ˜ฑ๐Ÿ˜ฑ๐Ÿ˜ฑ La MANSUETUDINE, sopratttto quella dell’uomo, e’ CARA ai padroni.

La mansuetudine,  intesa come passiva accettazione, come sopportazione ad libitum, e’ tipica degli animali da lavoro, da cortile, da allevamento, i quali si accontentano di essere nutriti, indotti (anche geneticamente) a tale obbedienza. 

 L’essere umano nasce dotato di potenziale superiore rispetto a tutti gli altri esseri viventi ~ L'uomo potrebbe realizzare, potrebbe conquistare, (in primis la propria autonomia di pensiero, la propria testa, come auspicava R. Steiner).

๐Ÿ”ฅ๐Ÿ”ฅ๐Ÿ”ฅ๐Ÿ”ฅ A fronte di tale straordinario potenziale, l’uomo necessita di coltivare la capacita’ di autodeterminarsi, di affermare e testimoniare la propria radiante e misteriosa unicita’  che costituisce il prezioso bagaglio affidatogli alla nascita:  riconoscere se stesso, come essere non surrogabile, deputato ad un compito individuale di cosmico riverbero. 

Le dottrine e le sottoculture conformanti hanno secolarmente schiacciato le variegate potenzialita’ dell’uomo, divenuto un elemento alternativo della massa, esortato ad essere “resiliente”  (leggasi:  piegato, prono) ~ L’uomo sembra divenuto un animale antropomorfo da allevamento, fruito dai Potentati.

Ma l’essere umano, dotato di pensiero, ha facolta' e possibilita' di elaborare la propria personale opinione, indipendentemente dall’opinione collettiva.

๐Ÿ”ฅ๐Ÿ“œ๐Ÿ”ฅL'Idea Individuale e' una fiamma del volere, che arde sull'impossibile, come fiaccola di ogni competizione terrena, aperta o segreta, nel Bene e nel Male. ®

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