Il Focus nell’uomo 🌍


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Ho ampliato questo articolo,  (gia’ pubblicato),  per passione personale in relazione al tema,  che ripropongo  nella sua particolare astrattezza ~ Il tema e' la mistificazione predatoria contro l'Uomo.  

Tutto  puo’ risultare labile e inefficace,  oltre che dispersivo, e difforme,  se non e’ individuato e attivo il focus,  il  centro stabile di emanazione, o di ricezione ~ Il centro,  in ogni ambito,  non puo’ che essere uno ~ Ogni centro autentico, ottimale,  e’ uno,   atto a trasmettere od a ricevere.

Il centro dell’uomo e’ nell’uomo,  ed e’ il suo  Focus divino,  il suo divino potenziale, il suo punto di possibile connessione col Tutto. 

~ “L’essere umano non ha limiti,  e quando ne sara’ consapevole sara’ libero anche in questo mondo” ~ GlORDANO BRUNO.

L’essere umano  si e’ lasciato  secolarmente  adescare e decentrare,  per induzione ha  mentalmente collocato  il proprio centro  all’esterno  di se stesso,  si e’ chiuso fuori,  e si e’ via via  perduto,  ha perso  il proprio Nord,  ha perso  quello  che Steiner definiva  “L’orientamento dell’uomo  verso l’infinito”,  e  quello  al quale si riferiva  il Cristo  quando disse:  ~ “Cercate  dentro di voi,  non fuori di voi”~ .

L’essere umano,  decentrato,  ha perso  la preziosa intima connessione  con la Forza Superiore Universale e con le Sue Leggi. 

L’essere umano,  decentrato,  e’ assente a se stesso,  e’ la’ fuori,  chissa’ dove,  e’ confuso, instabile,  mentre  il suo centro interiore,  il suo divino focus energetico,  e’ occupato,  usurpato,  da altri, da altro,  delocalizzato in luoghi illusori. 

Privo del suo centro, fuori del suo centro,  nessuna voce di verita’ sembra raggiungerlo,  perche’  e’ assente ~ Nessuna sua emanazione e’ autentica, ne’ efficace,  poiche’,  perso il suo centro pregnante,  l’essere umano e’ spesso  soltanto un ripetitore, una eco  (naturalmente, e fortunatamente, esistono le eccezioni ad ogni standard).

Quanto espongo  qui di seguito,  e’ certamente  impopolare e controcorrente  rispetto ai dettami cosiddetti solidali ed umanitari.

E valuto  con cognizione  la probabile inutilita’  di ripetermi.

Nondimeno  avverto l’istanza intima  di esprimermi,  se non altro per me stessa  come essere pensante,  che osserva, e comunica.  

La voce papalina risuona,  assidua e monocorde,  melliflua,  sul tema del  “tutti insieme”,  sul tema del  “solo insieme”  per “salvarsi”.

Questo concetto,  secolare, aggregativo e mistificante,  andrebbe sottoposto alla verifica  dell’acrobata equilibrista,  antica metafora dell’essere umano che,  sospeso sull’abisso,  deve transitare fino alla sponda salvifica,  percorrendo la funambolica via,  (l’esistenza terrena),  sulla quale  riceve  l’assedio distraente  del Competitore del Dio Padre,  ovvero  l’assedio del Dio ribelle, Tentatore e Cacciatore delle anime ~ A volte l’uomo  accetta  l’aiuto mendace,  (sempre attrattivo),   offerto dal Male,  e in questo suo assenso all’illusione,  perde l’equilibrio,  e puo’ cadere nel mucchio irretito, nella fossa comune, nell’abisso. 

IN REALTA’,  l’uomo, ciascun uomo,  si puo’ salvare esclusivamente contando su stesso, riconquistando il proprio centro, vigilando su se stesso, avendo cura, spirituale oltre che materiale, di se stesso, e del proprio eventuale circostante, aiutando, dove possibile, (ma  mai in conflitto con i valori personali e universali),  e attribuendo al proprio pensiero la sovranita’ delle scelte, senza cercare fuori di se’,  pur ascoltandole,  le indicazioni, le soluzioni,  troppo spesso superficiali o funzionali a chi le fornisce.

Ma inutile ripetere, forse,  cio’ che probabilmente l’essere umano NON  vuole ascoltare per la difficolta’ e l’impegno che comportano l’osservazione critica di se’  e la solitudine intellettuale del dissenso, nel mondo massificato.

Inutile ripetere, forse.

Ripetere puo’ risultare pedante a chi,  in possesso di una propria confortevole o comoda sicumera,  NON apprezza sollecitazioni alla fatica dell’autonomia, e preferisce restare assopito e appoggiarsi alla parete massiva, anche a costo di diventarne un mattone surrogabile.

Inutile ripetere, forse,  che ciascuno dovrebbe mantenere con tenacia la direzione del proprio Nord,  per non cadere,  dalla corda tesa,  nella voragine  del nulla. 

Nessun equilibrista  si salva appoggiandosi ad altri, e’ una legge che ben conoscono gli acrobati, grandi esperti degli equilibri e delle relative discipline.

E’ inutile ripetere, forse.

Anche perche’,  come recita un proverbio arabo:  “Puoi accompagnare un cammello alla fonte, a ridosso dell’acqua, ma non puoi costringerlo a bere”.

Tutto nasce dal centro interno.

Ed e’ giusto cosi. 🌍



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