Tolleranza ad libitum ยฎ๏ธ ๐Ÿ˜ฎ

 
~ "La tolleranza e l' apatia sono le ultime stagioni di una societa' morente" ~ ARISTOTELE.

๐Ÿ˜ฎ Siamo forse pervenuti ad una stazione residuale, alla fine di un binario morto. 

Nella dimensione lassa della tolleranza, la drammatica strada verso il fallimento e la fine (di una societa', o di un individuo) e' graduale ma certa ~  Puo' essere piu' o meno costellata di illusioni, di vicende velleitarie, a volte sanguinose come le guerre. 

L'uomo, ed i popoli, non dovrebbero lasciarsi ingannare dalle blandizie accomodanti e menzognere diffuse dai Potentati attraverso la propaganda (atta a mantenere coese le masse di sostegno, e per fruirne).

E' altresi' indecoroso, e infine distruttivo, sopportare passivamente, per credulita' o ignavia, le vessazioni dei manipolatori.

Non bisogna consentire a nessuno la subdola contaminazione della propria mente ~ Ma nel tempo questo e' accaduto, ad interi popoli, e, in essi, all'uomo ed alle sue generazioni.

๐Ÿ“œ๐Ÿ“œ๐Ÿ“œ La mente e' un attributo personale, un prezioso serbatoio di risorse, e crogiolo di creazioni.

L'inganno e' sempre infame, e non dovrebbe essere accettato, lo richiede, direi lo esige, il peculiare credito intellettivo dato all' essere umano.

๐Ÿ“œ La credulita' e' un terribile vulnus della persona ~ E' ancora innocenza nei bimbi, ma e'  inadeguatezza negli adulti.

L'ignavia umana risulta un fattore incidente, e drammatico a motivo delle conseguenze. 

๐Ÿ“œ La verita' delle cose non risiede nelle narrazioni propalate dai Poteri e dagli ingannatori, bensi' nella visione individuale, nel pensiero critico,  nell'attenzione costante, e nella fatica dell'impegno, per farsi largo tra le ombre e le insidie del circostante, e tra le molte menzogne.

๐Ÿ˜Ž Viviamo nella nuova giungla umana, assediati da avidi predatori e dai loro agguati. 

L' uomo, i popoli, sembrano spesso accontentarsi di brucare serenamente come le pecore, di ruminare pacificamente come i buoi.

Seppure serenita' e pace siano dimensioni benefiche, la conseguente staticita'  non le rende bastevoli all'uomo, il quale non e' un animale ~ Nell'uomo, finche' resta "vivo" (nel significato pieno del termine, ovvero non meramente biologico)  fervono, in misura variabile da individuo a individuo, istanze di conoscenza e realizzazione, istanze di connessione col Tutto. 

L'uomo, se cognito, non si accontenta di stazionare su pianure e pascoli ~ Egli sa che, se vuole, puo', affrancandosi da ingiuste servitu',  conseguire la propria liberta' di "essere", e realizzare lo Scopo ~ L'uomo dormiente bruca e rumina senza sollevare lo sguardo verso le altezze alle quali potrebbe accedere. 

๐Ÿ˜ฎ๐Ÿ”ฅ๐Ÿ˜ฎ Freccia misteriosamente scoccata verso l'infinito, l'essere umano esperisce personalmente l'impatto dell'occasione esistenziale.

Nessuno, e meno che mai egli stesso, dovrebbe sminuire il senso dell' esistenza, del proprio vivere ~ Nessuno dovrebbe accontentarsi di un rifugio come unico luogo in cui esistere.  

L'uomo ha il compito di difendere i propri "territori" (spazi, tempi, peculiarita') a lui concessi:  essi costituiscono i biblici "denari" per realizzare il proprio personale destino.

Nei secoli si sono progressivamente spenti tutti i fuochi ~ Troppa "acqua santa" e' stata versata sull'umanita', e troppi animi hanno ingenuamente creduto nell'incredibile senza cogliere l'inganno intrappolante. 

๐ŸŽ€ Dostoevskj profetizzo' la declinante stagione che stiamo vivendo:  "La tolleranza arrivera' ad un livello tale che alle persone intelligenti sara' vietato esprimere riflessioni per non offendere gli imbecilli" ~.

A tale paradosso mortificante, per il quale sono di fatto invalidate le menti pensanti (scomode agli intenti di supremazia) si aggiunge il montare di una pressione egemonica di opinione collettiva, che produce le basse delegittimazioni, MENTRE i Potentati celebrano la tolleranza ad libitum per imperare indisturbat,i, MENTRE l'uomo ritorna ad essere il demiurgico involucro d'argilla, un otre di terracotta, vuoto, atto solo ad essere riempito dalle induzioni del Male. ๐Ÿ˜Ž

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